La natura si risveglia e noi con lei. Seguiamo un richiamo antico che è quello della ripresa vegetativa, uno strano fremito ci coglie ogni volta che scendiamo in giardino e vorremmo farlo sempre più spesso. Buon segno, vuol dire che siamo ammalati cronici di giardinaggio, di piante, fiori e natura. L’unica cura è assecondare questo spirito inquieto primaverile, per esempio visitando con frequenza crescente i nostri fornitori abituali, garden center e vivai soprattutto. Marzo è quindi il mese delle scelte: quale terreno occupare con la nuova aiuola, quanto concime distribuire sul terreno e di quale marca e titolo, quale arredamento sostituire nel giardino, quali piante acquistare per la primavera. Per queste ultime, le indicazioni sono poche ma fondamentali. Quando vaghiamo incerti tra le mille piante di un vivaio, noteremo che ormai sono reperibili quasi esclusivamente piante in contenitore. Quelle in zolla sono un ricordo del passato, e la modalità è appannaggio esclusivo dei fruttiferi autunnali, degli arbusti più vigorosi, dei rosai e ovviamente degli alberi ad alto fusto. Si può tranquillamente affermare che dalla piccola perenne da roccioso all’ulivo centenario, tutte le piante sono vendute nei loro vasi, talvolta di proporzioni mastodontiche, unicamente trasferibili con l’aiuto di camion e robuste gru. Nel caso di dover scegliere le piante perenni per il bordo all’inglese o per il roccioso, sarà bene dare la preferenza a quelle coltivate in vasi dalle dimensioni adeguate. Se per esempio la pianta che ci interessa ha le radici che oltre a fuoriuscire dai fori inferiori del vaso ha pure formato all’esterno un apparato radicale particolarmente vigoroso e di buon diametro, sarà meglio diffidare, si tratta di un esemplare che non è mai stato adeguatamente rinvasato e che non ha ricevuto concimazioni equilibrate. Questo accade abbastanza di frequente con gli arbusti da fiore, ma non è raro osservarlo anche su lupini, digitali e lavande. Bisogna aggiungere però che talvolta le piante coltivate in contenitore spingono volentieri le proprie radici al di là dei confini di plastica, ma un conto sono alcune radichette, magari anche attaccate ai teli di pacciamatura o sulla ghiaia di fondo del vivaio, un altro conto rappresentano le grosse radici vecchie di due o più anni che hanno anche forzato i fori di drenaggio del vaso inglobandoli nei propri tessuti. Anche le piante troppo vigorose che sono quasi fuoriuscite superiormente dal diametro del vaso sono da escludere, le continue concimazioni hanno apportato nutrimento in abbondanza ma provocando una esuberante crescita e spesso un indebolimento e rigonfiamento dei tessuti, così che ci troveremo un esemplare molto suscettibile alle malattie e agli attacchi parassitari. La pianta ideale non deve ne “scappare” di sotto ne di sopra, ma deve avere un apparato radicale vigoroso ma non esuberante, senza presenza di marcescenze o rosicchiature, indici di invasioni fungine o di insetti. La parte aerea deve avere un aspetto compatto e sano, soprattutto all’inizio della primavera quando non ci si può confondere con eventuali ingiallimenti dovuti alla stagione o alle intemperie. Si presti attenzione anche alle gelate tardive, che possono aver “bruciato” le gemme appena fuoriuscite, tanto da far saltare la fioritura dell’anno o divenire porta d’accesso per future infezioni virali o attacchi di funghi. Questo succede quando le piante sono state mantenute al riparo di una serra fredda per tutto l’inverno, ricevendo così una specie di primavera anticipata, ma poi per esigenze commerciali sono state trasferite all’esterno sui bancali di vendita, senza rispettare il vero inizio della stagione mite. Un altro aspetto importante è la presenza di infestanti, spesso sottovalutate all’atto dell’acquisto. Alcune malerbe sono estremamente vigorose e se in questa stagione si manifestano in sordina con qualche fogliolina, senza apparire in tutta la loro futura vigoria, si diffidi sempre, perché raramente rimarranno piccole e indifese, ma quasi sicuramente prenderanno velocemente il sopravvento sulla nostra benamata. Non sono solo le graminacee le più vigorose, ma anche il tarassaco, il vilucchio, il chenopodio e soprattutto il trifoglio diventeranno una volta trapiantate con la nostra pianta un vero flagello difficile da eliminare. Nelle piante da vivaio sono anche molto diffusi i licheni di diverse specie, quelle micro foglie che assomigliano alle alghe, con una capacità riproduttiva impressionante negli ambienti umidi. I licheni sono per molte piante di piccolissime dimensioni, come talune specie da roccioso, veramente letali e comunque fastidiosissimi, anche per l’aspetto estetico che assumono quando fuoriescono con i loro organi riproduttori, simili a piccoli ombrellini, quasi dei boschi in miniatura. Potendolo fare accertiamoci anche di acquistare piante con ben specificato il proprio nome e cognome, cioè la specie e varietà (per es: Campanula carpatica “Blu Clips”); non si tratta di uno sfizio inutile, ma di una esigenza che aiuterà non solo la nostra formazione culturale, ma anche l’eventuale ricerca di notizie per una corretta cura, oltre a farci fare una discreta figura quando elencheremo con noncuranza ai nostri ospiti tutte le piante del giardino.
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