L’inverno è considerato generalmente la stagione per i lavori al calduccio, nel senso che giammai si penserebbe di frequentare per lavoro il giardino, mentre più facilmente si trova il tempo per riassettare gli attrezzi o fare composizioni di fiori secchi. Sono proprio questi che da qualche anno a questa parte hanno letteralmente invaso ogni abitazione offrendoci il colore dell’estate e sotto forma di pout-pourri anche il profumo della bella stagione. Ma se si vorrà cogliere dei bei fiori da far essiccare il momento propizio alla loro coltivazione inizia proprio adesso. Con maggio si può considerare chiusa la stagione dei trapianti, ma se ci siamo autoprodotti le specie necessarie in marzo e aprile negli appositi vasetti, il trapianto si protrarrà anche fino ai caldi di giugno. In caso di dimenticanza si potrà sempre reperire qualche specie nei vivai, ma ovviamente i costi lievitano un po’. Molti fiori da essiccare sono ricavati da piante perenni e allora si riusciranno ad avere in quantità solo se la piantagione è stata fatta nell’autunno precedente. Comunque si può sempre tentare. Le annuali invece sono velocissime e seguendole con un taglio continuo dei fiori queste saranno stimolate a produrre sempre di più. E’ il caso dello Statice sinuata, dall’esuberante fioritura e con una gamma di colori che soddisferà ogni esigenza, dal bianco al violetto scuro. Non meno fioriferi sono lo Xeranthemum annuum detto dai francesi immortelle, perché già al tatto sembra essiccato, e poi l’Helipterum roseum o Acroclinio, una margheritina fitta fitta dai colori vivacissimi; decisamente più grosso è l’Helichrysum bracteatum o elicriso mostruoso, dall’aspetto del fiore compatto o chiuso centralmente ma con due o tre corone di petali esterni completamente aperti, vivacemente colorati di rosso, giallo, arancio e rosa; ben più mostruoso è il fiore della Celosia cristata, piumoso e compattissimo da sembrare l’enorme cresta di un gallo da incubo, reperibile nelle sfumature del rosso e talvolta del giallo; piccoli invece sono i numerosi fiori della Gonfrena globosa o immortale a gemma, proprio per l’aspetto compatto del fiore che produce in continuazione da giugno ad ottobre nelle tinte del rosa e del bianco. Passando invece alle perenni, sono facilissime da essiccare alcune specie di Achillea, come l’A. filipendulina “Cloth of Gold” dalle grosse infiorescenze giallo pastello e l’A. millefolium “Cherry” o “Colorado” nelle tonalità del rosa e dell’arancio. Seguono gli Eryngium, parenti del rinomato Eryngium alpinum, selvatico e protetto, dall’aspetto di fiore metallico dai bellissimi riflessi blu. Di questi i più facili da coltivare sono l’E. superbum, l’E. alpinum “Blu Star” simile a quello di montagna, l’E. amethystinum blu brillante, l’E. planum che ramifica in tantissimi fiori nelle tonalità dell’azzurro e l’E. giganteum dai fiori bianco metallici. Sono facili da coltivare e da essiccare, ma non sopportano i ristagni d’acqua, quindi è bene riservare loro delle posizioni soleggiate e magari in lieve pendenza. Della lavanda come fiore da essiccare ormai lo sanno tutti, ma se provassero la piccola Lavandula angustifolia “Hidcote” rimarrebbero sbalorditi. Non cresce più di quaranta centimetri, ma è una grande produttrice di fiori, anzi quando la comune lavanda officinale interrompe la fioritura, così come le varie cultivar di lavandino più o meno grigio (nella foglia), la Hidcote riparte e procede spedita fino all’autunno. La tonalità dei suoi fiori è poi trionfale, un blu scuro vellutato molto intenso che anche da secco non perde il suo fascino. Oltretutto è intensamente profumata. Meno conosciuto come fiore da essiccare è il Delphinium, nelle varietà compatte e abbondanti come quelli della serie “Pacific”: Astolat (rosa), Galahad (bianco) e Black Knight (viola scuro). Quando sono al massimo della fioritura si recidono con tutto lo stelo e si fanno essiccare a testa in giù in un luogo ombroso e ventilato, così manterranno i colori brillanti dati loro dalla natura.
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