Ovvero quando la “passione” da buoni, se non ottimi, risultati.
Lino e Gabriella ho avuto modo di conoscerli alcuni anni or sono e la loro passione per le rose, la montagna e la natura in genere ci ha subito reso complici di molti discorsi. Quindi sono complice anche in questo mio scritto penserete voi ?…ebbene no, prima di scrivere queste righe ho analizzato a fondo il loro giardino. Quindi sono stato molto critico, perché altrimenti cosa direbbero di me gli altri visitatori del giardino ?. Direbbero che Maurizio Zarpellon pubblica nel suo blog solo i giardini degli amici o degli amici degli amici…ecco cosa direbbero! Ed invece no, se ne avrò l’occasione pubblicherò anche altri giardini che mi piacciono, anzi, non ne vedo l’ora…fatevi avanti quindi bei giardini.
Ma veniamo al “loro” spazio fatato: innanzitutto nel mio girovagare per giardini quasi mai ho assistito a risultati tanto belli e buoni; già già, il giardino di Lino e Gabriella è proprio bello ma anche molto buono e tra le rose e la moltitudine di arbusti ed erbacee da fiore ci potete scovare frutti dolcissimi e perfino galline in “pastura” ovvero uova… uova per zabaioni, torte, pasta tirata a mano, frittate con le erbette…si insomma roba buona, non solo bella, nel loro giardino di campagna. Vediamo i numeri di una simile passione. Innanzitutto le rose, circa 160 tra arbustive e rampicanti, tutte o quasi antiche e qualche rara “moderna” presa per impulso piuttosto che per meditata esigenza.
Le rose antiche infatti sono il loro primo e vero amore per le piante da giardino e quando Gabriella mi elenca le Bourbon piuttosto che le Portland oppure quelle selezionate da quel mito del reverendo Joseph Hardwick Pemberton (1852-1926), una luce particolare illumina i suoi occhi, proprio quella della ragazzina cotta e ricotta d’amore. Di Lino che dire, lui non ha solo assecondato perché altrimenti non si spiegherebbe l’entusiasmo con cui ogni volta si tuffa nelle erbacee con il decespugliatore, oppure tra le aiuole strappando erba con la moglie e nemmeno si spiegherebbe la sua voglia di fare (e Dio sa quanto c’è da fare in un simile giardino…) se anch’egli non fosse stato morso dal demone della bellezza. Si insomma i due coniugi presi da soli sono eccezionali ma messi insieme diventano una forza della natura: tracciano, scavano, tagliano, potano, distruggono e rigenerano, tritano e zappano, piantano e cavano, bagnano e falciano e avanti così gesto su gesto….attenzione, questa è gente che fa, altrimenti cinquemila metri quadri di giardino mica li tieni a bada se non lavori tanto e assiduamente.
I risultati quindi si vedono. Il loro è si, un classico giardino di campagna a rose e bordure di perenni e arbusti ma che hanno saputo impreziosire con mille altre sorprese: lampade, sedute, fontane, abbeveratoi, staccionate…tutto un arredo che sta li a servire ma anche a dire. E dice passione, voglia di fare, amore per le piante e la propria terra.
Del disegno, dello scheletro generale poche parole: una grande area centrale, un prato grande ma tutto sommato facile da mantenere. Intorno bordure e macchie che sfumano nel bosco e nei prati intorno. Niente recinzioni, quindi quando meno ve lo aspettate ecco li un capriolo di passaggio, una volpe in caccia, ricci e tanti tantissimi uccelli che salgono dalle rive dello Stura in cerca di nutrimento. Molti ci provano a realizzare un simile giardino, ma pochissimi ci riescono senza consiglio alcuno (e magari senza nemmeno documentarsi un minimo), senza la mano o anche solo la parola di un esperto o di un buon giardiniere, molti ci spendono denari, tempo e disgregano in pochi anni passioni accese…ma non è il caso di Lino e Gabriella.