Sarà per il vento che in questi giorni spazza la valle, sarà per le speranze, in attesa di esplosione primaverile, che mi comunicano le piante del vivaio, sepolte da una spanna di neve (quest’anno veramente poca), ma ho pensieri e desiderio di novità, di cose mai viste, di giardini rivoluzionari: stili nuovi, vento nuovo. Uhm….sarà che ho un bel raffreddore e il febbricolo mi fa avere strane visioni. Sarà…sarà, ma mai come ora ho voglia di novità. Nonostante la pseudo influenza mi sento come le radici di Echinacea, in attesa dei primi tepori di primavera, pronto a germogliare nuove piante, pronto a sfide sul campo fatte di misure, tinte, forme. Insomma non vedo l’ora di vedere la prima rondine, anche se notoriamente non fa primavera, e andare per giardini a proporre cose nuove.
Per esempio ho in mente una bella pergola fatta di enormi rami grezzi (come la terrò su, poi si vedrà); oppure un accostamento di Geranium rozanne e Rose bianche (ma anche con le ortensie bianche non deve essere male); o un laghetto piuttosto selvaggio e avvolto dai rami contorti di Rhus typhina, pianta bistrattata e un po’ dimenticata. Vorrei proporre un ritorno al giardino “pezzo di natura incontaminata” ma fruibile, accessibile, e più di tutto “gestibile” con molta facilità. Vorrei in questi contesti inserirci anche un pizzico di tecnologia (nell’arredo o nelle luci per esempio), ma invisibile, utile, mai spocchiosa o addirittura pacchiana. Vorrei, ma ovviamente non ho fatto i conti con l’oste, che nel mio caso dovrebbe essere un committente amante dei fiumi, della montagna, dei boschi. Oppure non mi spiacerebbe ricevere l’incarico per un giardino moderno dove far confluire minimalismo giapponese, acqua e sassi a volontà, luogo meditativo e introspettivo, adatto sia per ricaricarsi le batterie sia per ricevere con tutta calma e con una bella tazza di te fumante la zia Flora, ma anche l’equipe di professionisti in riunione all’aperto sotto i rami flessuosi e fioritissimi del Prunus autumnalis.
Il vento ora sembra rallentare, la perturbazione che promette un po’ di pioggia o neve, dicono quasi tutti i meteo, è bloccata oltre confine e soffia senza muoversi più di tanto. Sarà per questo che le due linee di febbre son diventate tre, o sarà per questo che mi aumentano le visioni da mettere sul tavolo da disegno. Ops…cosa sono quei fogli distratti sulla scrivania? Acc…giardini in attesa, ecco cosa sono. Ma da quanto stanno li?
Acc… il ronzio in testa e la febbricola mi hanno “distratto” da quello che mi attende da giorni sul tavolo. Vediamo, vediamo…questo dovrebbe diventare un giardino dove sentirsi novelli Indiana Jones e quest’altro il grande spazio esterno per un laboratorio di ricerca. Basta, vado a letto: confondo il vorrei con il dovrei, spero cose che non attendono altro che la mia presenza. Ma son con tutta evidenza poco presente e quindi vado a letto, in attesa di nuove visioni.
MZ
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