1^ parte: Una questione di equilibrio
Siamo entrati in un’epoca che richiede un cambiamento di mentalità su molti aspetti della vita quotidiana, anche quelli più scontati e integrati. Nel particolare settore del giardino si tratta di iniziare a vedere il luogo della propria attività (lavorativa?), o della nostra passione, come un microcosmo, che però ha una parte non marginale nell’influenzare clima, richiesta energetica, spreco di terreno, risorse organiche e disponibilità di cibo e acqua. Non sottovalutiamo la dimensione del nostro spazio pensando che abbia solo un’influenza marginale sulla situazione globale. Inoltre si tratta di svolgere un cambiamento che agisce anche sulla salute e il risparmio economico.
Le parole chiave.
Sostenibilità. Lo dice la parola stessa: qualcosa che si possa reggere. Ma chi regge o sostiene? Due braccia? Dieci braccia? Un mezzo da movimento terra con braccia idrauliche? No, credo che il termine si riferisca alle capacità della natura di rigenerarsi, ricomporsi e produrre altra vita. Nelle scienze ambientali ed economiche, con il termine sostenibilità si intende la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri. In definitiva si tratta di organizzare il giardino affinché non sia solo una improduttiva realizzazione estetica ma anche un luogo che permetta la vita di un numero possibilmente vasto di esseri viventi in equilibrio fra loro, ovvero senza che alcune specie diventino d’impedimento alla vita di altre; tutto questo nella consapevolezza che l’equilibrio biologico è un rapporto stretto tra prede e predatori.
Biodiversità. È la varietà di specie animali e vegetali del nostro pianeta, che sta scomparendo a un ritmo allarmante negli ultimi anni, principalmente a causa di attività umane come le modifiche nell’utilizzo del suolo, l’inquinamento e il cambiamento climatico. Il giardino ha un ruolo solo marginale per i distratti e coloro che non conoscono o sottovalutano il settore. Alcuni studi americani rivelano che la superficie a giardini degli interi stati uniti è paragonabile (per dispendio energetico) a quella agricola. Il giardino è una parte del paesaggio non solo dal punto di vista estetico ma proprio per la sua diretta influenza sulla biodiversità. Giardinieri e appassionati hanno quindi un ruolo primario, superiore a ciò che si è sempre pensato, nell’esaltare o mortificare la presenza di innumerevoli specie animali e vegetali.
“Bio” è un termine usato e abusato. Tutto ciò che è rivestito e impachettato con questo prefisso pare sia bello e buono, ma spesso è solo una furba trovata per vendere di più. Di solito lo ritroviamo nel campo dell’alimentazione, delle produzioni agricole e nel settore casa e nella cura della persona. Ho conosciuto alcune aziende che hanno fatto loro la parola “biologico”, inserendosi così in quel mercato che spesso è solo una autoassoluzione per sentirsi più buoni e consapevoli. Avrei tanti esempi da riferire che vanno dalla truffa più evidente (prodotti, alimenti, materiali ecc) alla sottile manipolazione mediatica attraverso immagini e parole che non corrispondono minimamente ai reali processi produttivi. Certamente sono tante anche le aziende sincere e coerenti con quello che promettono e di queste si dovrebbe averne grande considerazione.
Altro termine che ritroviamo spesso è “dinamico”, ovvero tutto ciò che ha qualche legame con aspetti esoterici, lunari, astrologici e facente parte delle antiche tradizioni. Personalmente sono sempre stato affascinato dagli aspetti legati alle energie non ancora dimostrate scientificamente. Considero quello che ha un valore antropologico e frutto di una antica sinergia con la natura, della massima importanza. Capisco che di tutto ciò molti abbiano un comprensibile scetticismo ma preferisco continuare ad affascinarmi di antiche credenze piuttosto che gettarle nel rogo tout court. Voglio mantenere soprattutto una attenzione particolare, che cerco di portare sempre nei giardini che disegno, sui significati antichi dei simboli e dei numeri, senza dimenticare di personalizzare e perfino “umanizzare” alberi e fiori e quindi la simbologia che li ha accompagnati da secoli.
Ancora un termine ho da portare all’attenzione: “sinergico”, ovvero quelle tecniche rivolte a “disturbare” il terreno il meno possibile. Quindi poche o nulle concimazioni, nessun diserbo, superfici ampie e presenza di animali da fattoria per ottenere quel ciclo biologico completo dei nutrienti. Assimiliamo quello che si può applicare al giardino nella consapevolezza che una completa adesioni alle tecniche “sinergiche” richiede tempo e dedizione completa che implica anche un probabile cambio nello stile di vita.
Gli obiettivi
Ora, prendiamo ciò che di veramente buono si può fare nel giardino, senza per forza metterci una “etichetta” ma badando alla concretezza. Il fine è di creare un ambiente più ecologico, dove esaltare la biodiversità animale e vegetale, risparmiando e conservando l’acqua e le energie (non solo intese come combustibili o elettricità), utilizzando materiali e piante adatte al clima e alle sue estremizzazioni.
Questo cambiamento necessità di alcuni anni per affrancarsi, come un giovane albero che ha bisogno di tempo per sviluppare un buon apparato radicale. Si possono anticipare lievemente i tempi se consideriamo una accurata fase progettuale, dove prevedere piante e materiali in sinergia con il luogo: analizzando con molta attenzione le caratteristiche pedo climatiche e la reale disponibilità di acqua.
Ciò che va perseguito è la ricerca dell’equilibrio: con la natura, con l’economia e con noi stessi.
a breve la 2^ parte……………
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