Parte 1^
Il giardino è un luogo di colore, profumo, suoni, gusti e belle sensazioni o almeno così dovrebbe essere. Quando non avverto cose belle i motivi sono vari. Ma nella maggioranza dei casi si tratta di un problema di “scheletro”, ops a non tutti piace il termine ma è quello che mi pare più congeniale per definire la struttura portante di questo meraviglioso organismo. Proprio come nel corpo umano le ossa sono l’impalcatura portante, così nel giardino lo scheletro è l’insieme delle forme che sostengono tutta l’opera, sia si tratti di geometrie precise e sia di forme più naturali, e solo in apparenza non legate alla matematica.
Spesso il neofita è portato a sottovalutare questo aspetto e si lancia a testa bassa nello strutturare il giardino solo badando ad attribuire qualche funzione alle aree, nonché a dedicare lo spazio necessario a tutte le piante che regolarmente appaiono nei suoi sogni o più concretamente che si trovano disponibili in seguito ad acquisti compulsivi o ai numerosi scambi tra appassionati. Con questo non voglio dire che il giardiniere alle prime armi sbaglia tutto, certo che no, ma questo è ciò che vedo nella maggior parte dei casi: si è piantato tanto ma senza badare alla struttura di base del giardino, verrà quindi il giorno in cui si avvertirà la mancanza di progettualità che si tradurrà in mancanza di “equilibrio” o detto più terra terra, manca il piacere di stare in giardino.
Sarebbe bastato poco e fin da subito prevedere un percorso, un sentiero, un vialetto, insomma un tracciato che permetta di spostarsi tra le varie aiuole, prati, macchie di alberi e strutture. Ecco appunto quello che io chiamo “scheletro”, una robusta struttura che fa da impalcatura a tutto il giardino. Ora non mi perderò (guarda caso il sentiero è fatto proprio per non perdersi…) nel successivo argomento che cercherò di spiegare in un prossimo articolo ovvero i punti focali, ma vediamo come realizzare un sentiero, un viale o delle zone conviviali o di relax nel modo più naturale possibile, proprio perché in tantissimi mi scrivono e mi chiedono: come fare a pavimentare un giardino senza il cemento.
In effetti di cemento nei giardini, anche se ben occultato, se ne è versato fin troppo. Vuoi per sostenere strutturalmente un’area di grande frequentazione, magari per stabilizzare delle lastre di pietra o piastrelle, a volte per rendere ben livellato e fermo un viale d’ingresso o un percorso, ma talvolta anche per situazioni molto meno problematiche, semplicemente perché il cemento da fiducia, da sicurezza. Ma sarà vero? Fatemi dire che raramente una pavimentazione in giardino richiede la stabilità e la perfezione che invece è necessaria all’interno dell’abitazione. Possiamo quindi sostituire tutta la parte di appoggio e sostegno per le aree calpestabili con altri materiali, innanzitutto meno costosi ma soprattutto più compatibili con l’ambiente. Infatti il cemento non è solo un materiale costoso, sia per la preparazione che richiede la messa in posa dello stesso (cordolature, preparazione del fondo, reti elettrosaldate ecc), che per il trasporto, ma è anche difficilmente compatibile per esempio con i sistemi di drenaggio delle acque in eccesso. Ogni volta che mettiamo del cemento in giardino formiamo un’area non permeabile, la pioggia o l’irrigazione vengono deviate e non assorbite dal terreno. Pensiamo ad una semplice area conviviale tutta pavimentata su una base di cemento, questo blocco di metri tot per tot fanno in modo che l’acqua cercherà altre vie di scorrimento; non solo, tutto il terreno sottostante viene praticamente reso sterile e inerte, mai più potrà produrre o anche solo minimamente fornire un appoggio biologico all’area intorno, lì sotto non ci sarà più vita. Infine un pavimentazione dovrebbe favorire il drenaggio dell’acqua rispettando un indice minimo di permeabilità del 25% rispetto alla superficie edificabile. Valore che raramente viene rispettato.
Possiamo pensare a sostituire il cemento per pavimentare con altro? Ebbene si e vediamo cosa e come.
La ghiaia: materiale magico, costituisce lo strato da calpestare più economico e facilmente posizionabile di tutti. Molti giardini storici sono cosparsi di ghiaia nei loro sentieri e viali. La ghiaia inoltre è sempre molto decorativa. Non posso quindi che parlare bene della ghiaia in giardino. Generalmente la pezzatura preferita è quella medio piccola poco oltre il centimetro (la ghiaia può arrivare a 3-4 cm) che consiglio del tipo “ghiaia spezzata” un po’ meno bella del tipo “ghiaia tonda” ma molto più stabile. Sono in commercio vari colori ricavati da rocce differenti. Scegliete la più naturale possibile, a meno che non vi serva la ghiaia come strato ornamentale per aiuole un po’ particolari, ma parlando di superfici calpestabili ritengo che la ghiaia naturale spezzata sia sempre la scelta migliore e più adattabile ai diversi stili di giardino, sia più naturali che moderni.
Il posizionamento più efficace della ghiaia avviene all’interno di una cordolatura che limita l’espandersi della ghiaia verso l’esterno dell’area, sia essa un vialetto o una zona di relax o sosta. La cordolatura più pratica la si fa con pietra o tufo, ma ultimamente sono tantissime le realizzazioni con lama di cor-ten o resina. Segue un ribassamento della parte interessata di alcuni centimetri e quindi la stesura di un telo antiradice o di agri tela (quella nera che viene messa come fondo nei vivai). Sul telo si sparge direttamente la ghiaia oppure per chi non bada troppo ai costi e pretende un lavoro a regola d’arte si posizionano dei pannelli in alveolato alti 3-5 cm che sono oltretutto autoportanti. Questi faranno in modo che la ghiaia trovi un posizionamento estremamente durevole e stabile nel tempo, oltre a permettere il calpestio molto intenso (mi vengono da pensare le scarpe più eleganti con tacchi molto sottili, a spillo per intenderci).
Un aspetto spesso sottovalutato è la possibilità di sfruttare il vialetto anche per il passaggio di alcune linee di servizio al giardino o all’abitazione stessa. E’il caso innanzitutto delle tubazioni di drenaggio che così possono beneficiare della permeabilità stessa della ghiaia. Oppure della linea principale dell’impianto d’irrigazione, magari appaiato alla linea dell’illuminazione. Consiglio appunto quando si fa la preparazione del vialetto di posizionare sotto di esso una tubazione corrugata che permetta l’eventuale passaggio di linee ausiliarie o che potrebbero un giorno integrare le esistenti, compreso il sistema di allarme o video sorveglianza.
Nel prossimo articolo vedremo le altre possibilità che permettano la realizzazione di superfici calpestabili o pavimentazioni senza il cemento. ovvero:
• Lastre di pietra naturale o ricostruita
• Piastrelle in gomma cementata
• Legno e legno composito
• Mattoni autobloccanti