Altri materiali per pavimentare senza cemento il proprio giardino. Continua dalla 1^ parte
Lastre di pietra naturale: quelle che normalmente vengono chiamate “lose” o “beole” non sono altro che lastre più o meno grandi di pietra naturale. Possono essere del tipo con bordo a spacco, quando appunto non hanno una forma molto regolare o sono appena martellate per dare una forma dal rettangolare al quadro; oppure possono avere un taglio preciso del bordo e in questo caso il costo è superiore, ma sono quelle che si adattano a lavori in giardini moderni o formali o con geometrie regolari. Per giardini rustici o di campagna meglio optare per le lastre con bordo irregolare. La posa delle lastre se non lo avete mai fatto può sembrare facile, a parte il peso notevole di ogni pezzo, ma non è così. Bisogna badare a porle tutte seguendo perfettamente il livello del terreno, non più in alto, non devono sporgere altrimenti diventano un impedimento ad un regolare passeggio, ne più in basso, perché terriccio, fango o manto erboso tenderebbero a ricoprirle. Di solito si posano su uno strato di sabbia che permette una regolazione del livello più agevole. Attenzione a stabilizzare la lastra perfettamente, non deve “ballare”, questo è un altro motivo che fa scegliere l’utilizzo di lastre mediamente grandi e pesanti rispetto a lastre piccole, magari più adatte a formare pavimentazioni con rifinitura delle fughe in cemento o malta. un consiglio: utilizzate la pietra del posto o meglio quella che è più facilmente reperibile e magari estratta in qualche cava della propria regione. Probabilmente i costi saranno minori e il materiale troverà più attinenza con la natura intorno.
Piastrelle in gomma. generalmente sono del tipo antitrauma in materiale ricavato dalla gomma riciclata. Stanno avendo un buon successo per creare pavimentazioni moderne e/o colorate e naturalmente per coprire tutte le zone dove giocano i bambini o dove si pratica qualche forma di attività sportiva all’aperto e sono possibili cadute. La grande disponibilità di forme e colori ne fanno un prodotto anche adatto alla pavimentazione di aree conviviali, magari scegliendo quelle con effetto legno, le cui texture e tonalità sono quanto di più realistico possiate immaginare. Certo non sono adatte a chi è legato ai materiali naturali e preferisce rivolgersi al vero legno o alla vera pietra. La posa è generalmente facile essendo molti modelli ad incastro o collegabili fra di loro con metodi tipo puzzle o incastri più elaborati. In effetti richiedono uno strato sottostante molto stabile e duro che può essere preparato semplicemente stendendo uno strato di misto granulare stabilizzato (ghiaia e argilla fine) e rullato.
Legno. Ecco un materiale fantastico dall’eccezionale resa estetica, ideale per pavimenti rialzati o a filo prato, strutture chiamate con il termine preso dall’ambiente della nautica: il deck. Le tavole di legno sono generalmente larghe da 10 a 20 cm e spesse da 2,5 a 4 cm. Il legnami più resistenti sono di origine africana o del sud est asiatico come il teak o il bangkirai. Quelli nostrani sono il larice e il castagno. Sconsiglio vivamente l’utilizzo dei legni esotici, sia per il costo che per evitare di contribuire al disbosco di quelle aree già gravemente compromesse, nonché per i costi energetici dovuti al trasporto e alla lavorazione. Molto meglio fare affidamento ai nostri legnami. I deck possono diventare una delle zone più interessanti del giardino anche per l’infinita possibilità di forme e dimensioni che possono assumere. Possono essere sagomati intorno ad alberi o rocce, o diventare spazi su più livelli per dare dinamicità ad un giardino altrimenti monotono. Su pedane e pavimenti in legno si creano aree conviviali, relax, gioco. Se poi dovete farne un’area a bordo piscina o laghetto trovo il legno particolarmente in sintonia con l’acqua. L’installazione dei deck è sempre una faccenda da artigiano in gamba, potete anche fare voi ma solo se avete delle competenze in falegnameria. Ho visto pavimenti incurvarsi dopo poco tempo solo perché chi ha fatto la posa non ha badato al senso della venatura della tavola (le curve del legno devono guardare il terreno…), oltretutto avvitando malamente con viti troppo grosse che hanno dilatato e portato a spaccare la tavola. Ma le problematiche sono molte altre e solo chi ha dimestichezza con i legnami ottiene il risultato voluto.
legno composito. Si tratta di finto legno,un materiale innovativo composto da polvere di bambù o legno, lolla di riso e polimeri, il tutto colorato e stampato così bene da sembrare veramente tavole di legno. In commercio sono reperibili vari brand che presentano ognuno il loro materiale più innovativo e durevole oltre che bello esteticamente. Dipende a questo punto dai gusti personali nella ricerca della colorazione e textura migliore da abbinare al proprio giardino. Installazione e praticità sono simili al legno naturale, per me insuperabile se frequentate l’area a piedi scalzi, anche se richiede qualche accorgimento in più nella sua conservazione e manutenzione. Rimane comunque una soluzione perfetta per aree di forte frequentazione come locali pubblici, ristoranti, bar, agriturismi.
Mattoni autobloccanti. Sono di materiali vari come calcestruzzo, argilla, pietra naturale e cotto o degli aggregati degli stessi. Solitamente molto resistenti e anti abrasione, diventano ottimi per superfici carrabili come cortili, garage, marciapiedi. In certi casi costituiscono i vialetti pedonali del giardino ma secondo me hanno un senso solo in strutture dove la frequentazione è molto elevata come parchi e giardini pubblici o locali ricettivi. In ambienti privati li trovo un po’ pesanti esteticamente, piuttosto limiterei il loro impiego solo sotto un gazebo o un a pergola, lasciando a ghiaia o altro il compito di formare la superficie calpestabile del sentiero o del vialetto. Forme e colori sono praticamente infinite e si va dal classico porfido o riedizione artificiale dello stesso, a quelli più complessi di diverse pezzature e possibilità di formare disegni o sfumature. La posa si fa a secco su strato di sabbia, facile da livellare e drenante, ma quasi sempre serve un cordolo intorno all’area per trattenere tutto il sistema ben fermo. Infine la distribuzione di sabbia sull’intera superficie provoca il serraggio completo delle piccole fughe formate tra un elemento e l’altro. Anche in questo caso il fai da te è sconsigliato. Gli autobloccanti diventano necessari quando si deve garantire la frequentazione di persone disabili o comunque anziani o con problemi di deambulazione, potendo formare una superficie realmente livellata e stabile.