Un luogo di benessere: ecco cosa dovrebbe essere un giardino.
Un posto dove ascoltare il corpo e la psiche, vicini alla propria natura.
La natura è la madre da cui veniamo, in cui torneremo e può essere la madre a cui chiediamo. Lei ci da l’energia per alimentare la vita di tutti i giorni, e non solo elettricità, cibo, aria. Volendo, la natura ci offre anche l’energia sottile per far vibrare ogni nostra cellula di benessere. Certo, possiamo camminare nei boschi, salire le montagne o lasciarci cullare dal mare perché la batteria della nostra vita torni carica. Ma anche un piccolo pezzo di terra o un angolo di vasi sul balcone diventano il luogo della gioia, della ri-generazione, sapendoli interpretare.
Il giardino come medicina quindi, ma anche il giardino confessionale: un posto dove comunicare con se stessi. Non lo sappiamo più fare . Ascoltando le piante e respirando i fiori s’impara la lezione più grande: l’amore per la natura e la propria persona, che di questi tempi ha tanto da dire e trova solo amicizie virtuali, sbrigative, superficiali che forse non stringeremo mai tra le braccia.
Il giardino, se ben progettato, nasce per conoscenza di regole e stili, condivisi con tutte le arti. A volte nasce per una intuizione, talvolta per un colpo di genio, ma bisogna prestare attenzione nel forzare piante e fisionomie che non gli sono congeniali. Il giardino però è anche sperimentazione, dove travolgere o ribaltare le regole, spesso con risultati affascinanti.
Si dice spesso che il giardino è arte: le piante e i fiori sono i colori, la terra una tavolozza, ecc ecc. Tutto vero ma rispetto a tutte le altre arti il giardino ha una marcia in più, un’occasione che va oltre ciò che si vede e sente, Lui è in divenire, un’opera in mutazione con le stagioni e gli anni, mai identico, mai uguale, per questo portatore di uno spirito, il medesimo che ha incarnato alla nascita. Un grande giardiniere è un sognatore alla ricerca dell’effetto unico. Quello che vediamo negli appezzamenti tutti uguali di siepi sempreverdi e pratini ben rasati è seriale. L’arte è altra cosa.
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