Sono alcuni dei termini con cui si identificano le erbacee da fiore dalla vita piuttosto lunga. Alcune specie infatti possono rimanere nel giardino, esibendosi regolarmente ogni anno nella loro bella fioritura, anche per molti decenni (per es. le peonie). Nella categoria vi rientrano però anche specie che al massimo sopravvivono tre o quattro anni (per es. i Delphinium), piante di confine con le annuali e biennali dal ciclo ancora più breve. Le piante erbacee perenni utilizzabili nel giardino sono infinite, nel senso che una vera e propria collezione completa al mondo non esiste. Sono invece abbastanza diffuse le raccolte di specie particolari (Delphinium, Saxifraga, Viola, Papaver ecc). Non si può affrontare un discorso così vasto senza prendere in considerazione l’esperienza e la tradizione anglosassone, alla quale ancora oggi si rifanno molti progetti importanti di giardini moderni. L’Inghilterra e l’Irlanda sono quindi la patria di una maniera d’intendere l’uso delle perenni che ha saputo affascinare il mondo. Vediamo i motivi di tanto successo.
Quando all fine dell’ottocento la celebre giardiniera Gertrude Jekyll ha gettato le basi per progettare il mixed-border tutti hanno capito che quella era una pietra miliare nella storia del giardinaggio a cui tutti avrebbero in futuro fatto riferimento. L’Inghilterra aveva dalla sua il vantaggio di molte colonie sparse per il pianeta e un clima invidiabile per ogni tipo di giardino. Da ogni angolo del mondo arrivarono con l’intensificarsi degli scambi migliaia di specie di piante sconosciute e non tutte affascinanti. Nacque così il giardino “a stanze”, in origine una maniera grossolana di riordinare tutto quel materiale suddividendolo in appositi spazi circondati da siepi. Tassi e carpini divennero lo sfondo prediletto per ogni tipo di vegetale, nel tentativo di fare posto a tutte le piante sbarcate dalle Americhe e dalle Indie. Ci fu poi un periodo di grande “innamoramento” verso tutte le piante annuali che fiorivano con colori estremamente appariscenti. Il successo delle piante annuali è ancora oggi sotto gli occhi di tutti e prese piede verso la metà dell’ottocento. Poi arrivò lei, la Jekyll che riferendosi ai giardinetti sparsi per la campagna, dove il miscuglio di specie senza rigore e forma era la prassi per una moltitudine di contadini e dove i soldi per acquistare ogni anno le piantine di annuali servivano meglio per vestire e nutrire la prole, diede impulso all’uso delle erbacee perenni come se queste fossero i colori di un artista. Il bordo misto era l’espressione più immediata e accattivante e partiva dal concetto semplice che non era possibile acquistare sempre nuove piante oltre al fatto che le perenni richiedevano molta meno manutenzione offrendo nel contempo una gamma di colori e di forme praticamente infinita. Il concetto è valido tutt’oggi. Se le begoniette o le petunie sono ammalianti nelle loro psichedeliche colorazioni, tuttavia richiedono un rinnovo annuale, ipotizzabile solo per pochi vasi o brevi spazi. Le perenni invece permettono di ricoprire anche molti metri quadri, nei quali l’unica accortezza è quella di avere impostato fin dall’inizio le piante più adatte al luogo e alle nostre preferenze. L’investimento iniziale è ripagato negli anni con la continua e prolifica presenza delle piante che anzi si avvantaggiano, crescendo e maturando, nel contrastare le malerbe. Dovremmo solo fornire loro amore, acqua e un po’ di concime. Ovviamente tutto ciò è valido fino a quando le dimensioni del bordo misto non tende ad imitare quelli inglesi, chilometrici e larghi anche dieci metri, che richiedono la continua manutenzione di molti giardinieri. Le perenni oggi reperibili nei vivai possono soddisfare ogni esigenza dal piccolo al grande giardino. Perfino sul terrazzo è possibile accostare sapientemente specie a portamento ridotto che offriranno fiori e profumo in tutte le stagioni.
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