Per alcuni si tratta di una sottile forma di egoismo: proprio del tipo “voglio tutto per me…”; per altri è la più sublime ricerca della perfezione: “mi manca… quindi non sono a posto”. Non mi addentro ulteriormente nella psiche umana ma verifico e osservo un dato importante: il collezionismo di piante ha raggiunto una tale portata e vastità che si potrebbe quasi annoverare tra i fenomeni di costume di questi ultimi anni. Ma c’è un secondo dato che potrebbe smentire la tesi della moda, a quanto pare infatti, non si tratta di una passione passeggera o dell’ultimo momento essendo i collezionisti di piante sempre esistiti. Ovviamente solo ora, e grazie alla facilità della comunicazione e dei trasporti, il collezionismo si è esaltato dando vita ad un mercato di buone proporzioni che muove una filiera di produttori e commercianti necessariamente formati culturalmente e sempre attenti alle novità e a quello che succede nel mondo. Un esempio: fino ad una ventina di anni fa non esistevano o quasi dei vivai specializzati in questo o quel genere di piante, ora si; oppure: le riviste di settore quasi addormentavano per le continue ripetizioni o addirittura scopiazzature che inevitabilmente allontanavano la crescente passione generale per il giardinaggio, ora sono piene zeppe di monografie. Siamo entrati in una fase di ricerca che nei casi estremi diventa vera e propria caccia. Anche piccoli o piccolissimi giardini possono spesso vantare collezioni di tutto rispetto e la passione va sicuramente supportata, nel senso che spetta al professionista aiutare e invogliare sempre più, presentando idee, suggerimenti e ovviamente piante nuove. La vera regina delle collezione è sempre lei, la rosa, ma il primato sembra scalfirsi ogni stagione che passa sotto i colpi di un reame fatto di ellebori, peonie, aromatiche e udite udite, le erbacee perenni. Loro, che per decenni hanno fatto da quinta fiorita e d’accompagnamento, ora sono alla ribalta mostrando parenti naturali, varietà e ibridazioni da far perdere il conto…e la testa. Qualche esempio??? Non basterebbero queste pagine, ma ci provo comunque. Le aquilegie innanzitutto, sono un vero esercito e quando si pensa di averne già una discreta collezione ecco che arriva la zia Gina che non vedevi da sei mesi e ti regala una aquilegia stradoppia color crema affascinante e che ti mancava, senza nome ma va bene lo stesso. Poi decidi di fare un bel gruppo di “William Guinnes”, di quelle porpora scurissimo, quasi nero con la corolla interna bianca, uno splendore, ed ecco che subito dopo vorresti anche quelle con la foglia variegata, le “Woodside Strain”. Il vero collezionista non si stanca mai, anzi si esalta. E magari ricomincia una nuova raccolta, di viole per esempio: gialle, blu, bianche, screziate, variegate, profumate e non, alte e basse, grasse e magre, perfino nere, anzi ogni anno ne scopri di più scure ed è amore a prima vista. Le viole, per l’anima del collezionista, sono una vera piacevole tortura, non finiscono mai. Ma c’è anche chi s’innamora di generi veramente inusuali, I Teucrium per esempio. Non solo il conosciuto T. chamaedrys, ci sono anche degli elegantissimi T. montanum, e polium. Oppure le Gentiana, magari abitando in qualche valle alpina, e sono tantissime e talvolta veramente rare, quindi ancora più intriganti. Bellissime le G. acaulis, comuni e abbastanza “facili”, ma che dire delle G. sino-ornata, paradoxa, septemfida, asclepiadea, clusii ecc. Tutte blu del cielo, alcune limpide altre percorse da tenui nuvole d’alta montagna… La conclusione sui miei pensieri collezionistici: il collezionismo non è una fissazione è più un sintomo di curiosità, quindi d’intelligenza.
by Maurizio Zarpellon
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